sabato 1 ottobre 2011

O1.

Era stata una giornata molto intensa quel Giovedì, fra un'autostrada e una spiaggia, fra uno spicchio di cielo racchiuso dai monti e dal mare ed il tavolo di un bar, fra il rancore e il desiderio. Una giornata sul filo del rasoio, come non ce n'erano ormai da tempo. Era incredibile che, nonostante fossero passati quattro mesi di silenzio, la sua presenza, o anche solo la minima possibilità di questa, riuscisse ancora ad influenzarla così morbosamente.
La paura di un incontro con lui dopo così tanto tempo le faceva venire l'istinto di scappare a gambe levate, la voglia di smentirlo comportandosi come una persona matura l'avrebbe portata ad affrontarlo una volta per tutte, e il desiderio recondito di lui le diceva di correre a cercarlo anche in capo al mondo chiedendogli di ricominciare tutto da capo. Come due ragazzi spensierati e pieni di vita che una sera si baciano per caso in discoteca, e vivono alla giornata, seguendo il cuore, senza permettere alla ragione di fissare niente. Non come quella larva in cui si era trasformata.
Un giorno aveva pensato di essersi finalmente affrancata da lui, ma evidentemente non era così. Lui c'era sempre, nel suo inconscio, nei suoi sogni più nascosti, quelli che sapeva non l'avrebbero portata ad altro che ad una nuova sofferenza. No, il suo corpo non avrebbe potuto sostenere un'altra pugnalata come quella. Questa volta si sarebbe spezzato, come un debole fiore di campo al colpo della falce. Non poteva tornare a pensare a lui, a sperare in lui. Avevano provato a formare un Noi, ma a quanto sembrava l'esperimento era fallito miseramente, così da un giorno ad un altro e senza spiegazione. 
Adesso doveva andare avanti, pensare a se. 
E lo avrebbe fatto, a qualsiasi costo.

F.M.

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